Dalle premesse fin qui riportate e, ricollegandoci a quanto affermato da Emilio Cianfanelli e dal Pres. Nicola Zingaretti a Palazzo Chigi il 13 maggio 2011, la Visione che abbiamo del Colle e la Missione che vogliamo sviluppare seguono due idee di fondo: a) portare in auge le vocazioni proprie del territorio: la Bellezza paesaggistica, la funzione naturalistica – ecologica, la ricchezza storica – antropologica – archeologica; b) stimolare con il nostro progetto un modello di sviluppo economico e un rapporto con il territorio, che sia virtuoso, che assicuri nuove forme di lavoro e sia in armonia con la natura.
Operazioni preliminari
Perimetrazione e messa in sicurezza. Sono queste le prime operazioni da mettere in atto. E’ necessario delimitare con esattezza l’area di proprietà del Comune su cui si può intervenire. Prima di ogni intervento, vanno inoltre eliminati i fattori di rischi, per possibili crolli di alberi o di rami secchi, rimasti da tempo senza cura. Si richiede la pulitura della vegetazione infestante, specie dei rovi, del sottobosco, per rendere visibile l’orografia del territorio, per un più facile accesso e per tracciare la sentieristica di collegamento delle varie zone.
Recupero delle risorse idriche. Colle Pardo ha delle risorse idriche che attualmente si disperdono a valle. Ne è un esempio l’abbondante sorgente del Fontanaccio. Un’altra falda di acqua si scopre sotto il pavimento di un vecchio rudere di 250mq circa, esistente sul lato sud del colle. Utilizzare queste due sorgenti e decidere dove e come accumulare l’acqua: la vecchia cisterna? Altri serbatoi? Sarebbe veramente importante, per allestire l’orto botanico.
Antenna RAI. Sulla sommità del Colle a fianco del rudere Jacobini è posizionata l’antenna Rai. L’impatto con il paesaggio è di evidente contrasto. Notevole è anche l’inquinamento acustico e probabilmente anche l’inquinamento elettromagnetico. Se non è possibile rimuovere del tutto l’impianto televisivo, bisogna comunque dislocarlo in uno spazio meno centrale e con accorgimenti moderni per arrecare il minore disturbo possibile alla veduta del Colle.
Accessi al Parco. Per entrare nel parco, si prevedono 4 accessi, che rappresentano anche 4 icone storiche di Colle Pardo: 1. SS. Appia Nuova-Confini Genzano-Ariccia; 2. Vicolo Colle Pardo; 3. Vallericcia-base sostruzione; 4. Fontanaccio-Galloro. L’entrata principale sarà quella della SS. Appia, perché in posizione logistica importante, dotata di parcheggio e ai confini dei due Comuni Ariccia-Genzano. E’ l’entrata che verrebbe a connotare il Parco come “Intercomunale”. Allo stato attuale una sbarra, posizionata all’ingresso, consente solo il passaggio pedonale e sembra delimitare una proprietà privata che comprende il parcheggio e un’ampia superficie, adibita ad area picnic, gestiti entrambi dal ristorante Casina delle Rose. E’ urgente definire i rapporti con il titolare di detto ristorante, per risolvere questo problema basilare per lo sviluppo del Progetto Colle Pardo.
Sorveglianza. Un parco aperto notte e giorno al pubblico senza protezione o sorveglianza è soggetto a vari rischi di danneggiamenti, di distruzione, ecc. L’Associazione ha fiducia nella generazione dei giovani, che sarà più sensibile al rispetto dei beni pubblici. Allo stato attuale la cronaca giornaliera registra atti vandalici, di degrado e di distruzione dell’ambiente.
L’ipotesi ottimale per la protezione del Parco sarebbe la recinzione di tutto il perimetro o almeno di quei lati che sono facilmente accessibili, ad eccezione del lato difeso dal muro della sostruzione. Se si scarta l’ipotesi della recinzione, per i costi elevati, bisogna porsi il problema della sorveglianza, che può essere intesa in termini di videosorveglianza, almeno nei punti di accesso, con l’allarme in casi di pericoli o di azioni dannose.
In seguito, con l’attivazione di progetti specifici, quali l’orto botanico o l’ippoterapia, si dovrebbe provvedere alla tutela di queste aree con recinzioni adatte allo scopo.